Villa Saraceno - Italia

Finale, Vicenza, Italia

Descrizione

Una splendida villa costruita da Andrea Palladio attorno al 1550 per essere al contempo un rifugio ideale in campagna per persone di cultura e una tenuta agricola. È inserita nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Unesco con le ville palladiane del Veneto.
Cani ammessi, Culla, Caminetto, Giardino, Parcheggio, Vasca da bagno, Lavastoviglie, Microonde, Doccia, Lavatrice
2 singole, 2 doppie, 3 matrimoniali
Posti letto 16
4 notti da £1278 equivale a £19,97 per persona, a notte

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Un sito Patrimonio Mondiale dell’Unesco

Villa Saraceno è storicamente un luogo in cui rifugiarsi per trovare distensione, a breve distanza dal trambusto di Padova, Vicenza o Venezia – e oggi può esserlo anche per voi. La villa fu costruita per Biagio Saraceno, il quale apparteneva alla nobiltà minore di Vicenza. Verso la metà del 1500, in un’epoca di pace, nobili e mercanti italiani desideravano luoghi e occasioni in cui lasciarsi alle spalle il trambusto della vita di città, analogamente a quanto avviene oggi.

I progetti di Andrea Palladio erano concepiti per una vita in campagna che fosse tranquilla ma ricca di cultura. Il progetto di Villa Saraceno rispecchia la tipologia caratteristica delle sue ville: una pianta esattamente simmetrica, con una loggia maestosa e ambienti di proporzioni generose. La fertile pianura veneta è disseminata di ville palladiane simili alla nostra Villa Saraceno, ma soltanto qui è possibile soggiornare assaporando l’agio che il contesto promette.

Come facevano all’epoca i committenti per i quali le ville erano costruite, da qui potrete raggiungere facilmente la città con la sua attività, se lo desiderate. Villa Saraceno dista poco più di un’ora da Venezia, meno di un’ora da Vicenza e Padova; tre città in cui potrete scoprire sia pregi architettonici che stimoli più moderni.

Durante il restauro abbiamo scoperto, con grande gioia, sotto strati più tardi di latte di calce, dei fregi vivaci realizzati ad affresco nella loggia, nel soggiorno e nell’ampio salone, lungo i cornicioni. Nel soggiorno c’è un caminetto aperto e nelle serate più fresche si può accendere il fuoco.

Mappa & info

Le ville di Palladio sono conosciute in tutto il mondo. Soggiornando qui avrete voglia di confrontare questa villa con altre: approfittate di questo sito Patrimonio Mondiale per conoscere le altre opere del grande architetto, appoggiatevi a uno dei molti operatori turistici locali per fare un tour delle ville in pullman o in battello, navigando sul Brenta. Completate il soggiorno con gli altri edifici che Palladio ha progettato a Vicenza come il Teatro Olimpico, Palazzo Chiericati, la Basilica Palladiana e Palazzo Thiene.

In mezz’ora di auto si raggiunge Padova, dove ammirare la magnifica Cappella degli Scrovegni, la cappella trecentesca affrescata da Giotto e annoverata tra i massimi capolavori della pittura europea. Forse volete visitare anche la Basilica di Sant’Antonio, una delle chiese più grandi del mondo, meta di milioni di pellegrini ogni anno.

Nella direzione opposta, a un’ora appena da qui, Verona seduce con i molti edifici romani tra cui Porta Borsari, l’Arco dei Gavi e naturalmente l’anfiteatro noto in tutto il mondo, dove si svolge il Festival Lirico Arena di Verona. Non scordate che siete nel territorio di Shakespeare! Forse volete andare in Via Cappello 23 per lasciare una lettera d’amore (avete sentito parlare del Club di Giulietta?) e accarezzare il seno destro della statua di Giulietta per avere fortuna in amore! Poco più a ovest di Verona, il lago di Garda offre bellissime vedute e camminate. Esplorate Gardaland, il più grande parco divertimenti italiano, per una giornata in allegria con tutta la famiglia. 

Concludete la vostra vacanza Landmark con una memorabile gita a Venezia. Bastano un’ora e mezza di auto e pochi minuti di vaporetto per sedersi davanti al Caffè Florian, in Piazza San Marco, e sorseggiare un aperitivo – o per ammirare l’Assunzione di Tiziano nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Che cosa si può desiderare di più?

Clear directions
FAQ
Che cosa dovete sapere su questo edificio
  • Attraverso un breve vialetto che si imbocca dalla strada principale.
  • La stazione ferroviaria di Tivoli, collegata a Roma con un servizio di treni regolare; il trasporto pubblico di autobus tra Tivoli e Sant’Antonio però è molto limitato. Se una volta qui volete andare in giro e pensate di spostarvi parecchio, è consigliabile noleggiare un’auto.
  • I pullman di linea dalla stazione di Vicenza arrivano (in circa 50 minuti) alla SS 247/bivio con via Finale, che si trova a 500 metri circa da Villa Saraceno. 
  • C’è il riscaldamento centralizzato a gas in tutta la villa; nella sala e nello studio c’è anche il riscaldamento a pavimento. Ci sono tre caminetti aperti; ci si può rivolgere alla governante per acquistare il combustibile per i caminetti.
  • La cucina è dotata di tutto; troverete piatti, posate, bicchieri ecc. Ci sono anche un piano cottura a gas, due frigoriferi (entrambi con freezer), un forno a microonde e due lavastoviglie.
  • Ci sono sei servizi: tre con box doccia, uno con box doccia e vasca da bagno, due con vasca da bagno. 
  • Le scale interne in alcuni punti sono strette e ripide
  • C’è un giardino recintato.
Prenotazione e pagamento
  • In caso di maltempo vi preghiamo di contattare il Booking Office, che vi dirà se la proprietà Landmark è accessibile. Se la governante può arrivare in sicurezza per i preparativi, la proprietà è considerata aperta e disponibile per gli ospiti. Se invece non è possibile prepararla per il vostro soggiorno, faremo del nostro meglio per alloggiarvi – secondo la disponibilità – in un’altra proprietà Landmark, che  potrebbe non avere le stesse dimensioni o non essere nella stessa regione rispetto alla vostra prenotazione originale. Se la proprietà è accessibile ma il cliente non può viaggiare a causa del maltempo nella regione di partenza, non è possibile ottenere un rimborso da Landmark. Il cliente può tuttavia rivolgersi alla propria assicurazione che copre il viaggio. 
  • Accettiamo le carte Maestro (se emessa nel Regno Unito), Visa e MasterCard, bonifici e assegni in sterline emessi su una banca del Regno Unito. 
  • Se non avete utilizzato prima d’ora il sistema di prenotazione online del sito Landmark e desiderate registrarvi prima di prenotare, seguite queste istruzioni per creare un account:

    Andate alla home page Landmark e cliccate su About Us e Gift Shop (lo trovate in alto, in rosso, nella home page).

    Selezionate un regalo (per es. Manuale Landmark o Mug Anniversario) e completate la casella “Amount required”. Non sarà necessario completare l’acquisto, questo passaggio serve per fare apparire la pagina della registrazione.

    Cliccate su “Continue” in fondo alla pagina.

    Arriverete così alla pagina “Your details”. Compilate tutti i campi (nome, indirizzo, numero a cui potete essere contattati e dettagli del vostro account). Quando avete finito, cliccate sul pulsante verde “Create Account”.

    Nella pagina dal titolo “Your details”, in alto, ci sarà una casella grigia che dice “Signed in”, mentre sotto apparirà la scritta “You are currently signed in as…” (hai firmato come…).

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  • Ci sono varie possibili modalità per farvi avere le chiavi. Per concordare la modalità di ritiro – e potere poi accedere alla proprietà Landmark – vi preghiamo di contattare la governante almeno due giorni prima dell’inizio del vostro soggiorno. 
  • Se il vostro soggiorno inizia oltre tre mesi dopo la data della prenotazione, è necessario versare un acconto pari a un terzo del costo del soggiorno (o £100 per prenotazione, se tale cifra risulta superiore) al momento della prenotazione. Il campeggio a Lundy deve essere pagato per intero al momento della prenotazione. 
  • Se desiderate annullare o modificare una prenotazione, vi preghiamo di contattare il Booking Office al numero +44 1628 825925. Se avete bisogno di assistenza in lingua italiana potete contattare la nostra sede in Italia al numero 041 5222481
  • Al momento accettiamo solo pagamenti in sterline. 
  • Se arrivate in ritardo, vi preghiamo di informare la governante in modo che possa lasciarvi la chiave in un luogo idoneo.  
  • Dipende. Alcune delle proprietà più richieste vengono prenotate con largo anticipo, ma molte possono essere prenotate anche con un preavviso breve. Abbiamo sempre delle proprietà Landmark disponibili per il weekend seguente, perciò vale la pena di verificare la disponibilità. 
  • No, le proprietà Landmark sono a disposizione di chiunque desideri prenotarle. 
  • No, troverete tutte le informazioni di cui avete bisogno sul sito web – ma potete acquistare il manuale comunque, perché sfogliarlo ogni volta che volete sarà un vero piacere!
Soggiornare in una proprietà Landmark
  • Alcune proprietà sono idonee per persone con disabilità o mobilità ridotta. Tuttavia, molte proprietà Landmark hanno scale ripide o strette, pavimenti e soglie irregolari, travi o soffitti bassi, oltre che gradini e corridoi caratterizzati da colori poco distinguibili. Vi raccomandiamo di telefonare al servizio di 
  • Sì, il self-catering è l’unica modalità prevista da Landmark. La formula bed & breakfast non è prevista.
  • Landmark non fornisce il servizio di catering. In ogni caso, possiamo consigliarvi Greycoat Lumleys, che con il suo staff esperto e professionale potrà provvedere al catering per una serata o per tutta la vostra vacanza in Gran Bretagna. Nel caso abbiate delle esigenze specifiche, parlatene con i cuochi e gli chef per trovare insieme a loro una soluzione soddisfacente. Se soggiornate in una delle proprietà Landmark in Italia vi suggeriamo di contattare la governante. 
  • Nelle proprietà in cui i cani sono ammessi è possibile portare al massimo due cani (vi preghiamo di verificare i dettagli relativi alle singole proprietà; a Lundy, in ogni caso, non sono ammessi cani salvo i cani da assistenza). Devono essere sempre sotto controllo e non devono salire su mobilio, divani e poltrone.
  • Non sono ammessi altri animali domestici, salvo il cane (o i due cani) menzionato sopra
  • Non abbiamo una polizza assicurativa per le rotture. Siamo comunque consapevoli del fatto che un incidente talvolta può verificarsi. Se qualcosa si rompe durante il vostro soggiorno, vi preghiamo di informare la governante; ci riserviamo il diritto di inviarvi la relativa fattura, se appropriato.
  • Sì, la maggior parte delle proprietà sono ideali per un soggiorno con i bambini, che troveranno un giardino in cui giocare e angoli segreti da esplorare. I mobili sono particolarmente robusti e le famiglie sono bene accette. Tuttavia, certi edifici non sono adatti ai bambini più piccoli; in alcuni casi ci sono, per esempio, scale strette, irregolari o a chiocciola. Raccomandiamo di telefonare al servizio di Booking Enquiries per verificare l’idoneità di una specifica proprietà Landmark per i bambini più piccoli. Se avete bisogno di assistenza in lingua italiana potete contattare la nostra sede in Italia al numero 041 5222481
  • La maggior parte delle nostre proprietà non ha la licenza per matrimoni civili, purtroppo – però potete celebrare il vostro matrimonio a Lundy. 
  • Le proprietà Landmark di maggiori dimensioni sono l’ideale per una riunione di famiglia o per un gruppo di amici. Potete invitare due ospiti supplementari affinché vi raggiungano durante il vostro soggiorno; ma non potranno fermarsi la notte. Si tratta di una clausola molto importante, perché il regolamento antincendio di Landmark indica specificamente il numero massimo di persone previsto per ogni edificio. Inoltre, le proprietà sono predisposte, arredate ed equipaggiate per il numero di persone specificato, mentre un numero maggiore può causare danni ed eccessiva usura a un edificio vulnerabile. Nel caso in cui questa clausola sia ignorata, vi sarà 
  • Il televisore non c’è e la maggior parte degli ospiti apprezza la nostra scelta in tal senso. 
  • Nel restaurare un edificio gravemente trascurato, una delle sfide che affrontiamo è quella di ottenere accesso all’edificio. Spesso il diritto di accesso deve essere pattuito con i vicini e la strada è utilizzata in condivisione. In molti casi la strada di accesso non appartiene a noi, perciò non possiamo provvedere alla manutenzione. Collaboriamo con i vicini ogni qualvolta è possibile al fine di garantire la buona qualità della superficie stradale della strada di accesso; diversamente, provvederemo ad informarvi al momento della prenotazione. 
  • Sì, ci sono prese elettriche standard europee per le apparecchiature. Se andate nel Regno Unito, dovrete portare degli adattatori.
Dotazioni
  • Qualche volta dobbiamo ingegnarci per riuscire a inserire la cucina e i servizi in un edificio che fino a quel momento ne era sprovvisto; in ogni caso, sono sempre progettati e realizzati secondo uno standard moderno ed elevato.  
  • Sì, ogni proprietà è dotata di lenzuola e asciugamani. Al vostro arrivo troverete tutti i letti preparati. 
  • Sì, le nostre cucine sono dotate di piani cottura e frigoriferi. Ci sono freezer e lavastoviglie (negli edifici più grandi) e, dove lo spazio lo consente, anche il forno a microonde. Troverete inoltre tutta la gamma di utensili standard. Al momento della prenotazione vi sarà messo a disposizione un elenco completo della dotazione. 
  • La copertura per il telefono cellulare varia. In alcune proprietà la copertura è ottima, in altre non c’è. Se la cosa vi preoccupa, potete verificare con la governante prima del vostro arrivo. 
  • No. Dopo aver sentito il parere dei nostri clienti, abbiamo deciso di non dotare le nostre strutture di wi-fi per ora. Parecchi clienti ci hanno detto che lo avrebbero trovato utile; secondo molti altri, però, avrebbe tolto qualcosa all’esperienza di soggiornare in un edificio Landmark. Dato che le risposte dei clienti erano in contrasto tra loro, e data la quantità di iniziative e interventi che richiedono un investimento 
  • Un vassoio di benvenuto con tè e zucchero vi attende all’arrivo e troverete anche un cartone di latte in frigorifero. Troverete inoltre la carta igienica e una saponetta in ogni lavabo, ma nient’altro. Non forniamo asciugacapelli. 

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Booking Office
+44 1628 825925
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Orario di apertura
da lunedì a venerdì 9:00 – 17:00

Storia

Costruita da Andrea Palladio

La Villa Saraceno fu costruita attorno al 1545 (e nel 1555 era stata completata) per Biagio Saraceno. Tra le ville di Andrea Palladio tuttora esistenti, che sono una ventina, questa è una delle prime e meno sfarzose. Palladio (1508-80) fu tra i più grandi architetti italiani del Rinascimento e il suo influsso perdurò nei secoli, facendosi sentire in tutto il mondo. Approfondendo lo studio dell’architettura romana antica, Palladio cercava la chiave che gli permettesse di ricreare lo splendore dell’antichità. 

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Tra i nobili umanisti e la piccola nobiltà veneta ebbe particolare risonanza il concetto di villa caro ai romani, che egli reinventò: il luogo ideale in cui trovare rifugio dal trambusto cittadino, per poter condurre un’esistenza di campagna, autonoma e ben provvista di cultura.

La famiglia Saraceno era giunta a Vicenza da Roma verso la fine del tredicesimo secolo. Apparteneva alla nobiltà minore e tra i suoi membri contava uomini di Chiesa, avvocati e medici. La famiglia aveva anche accumulato delle proprietà agricole, apportando migliorie al terreno e introducendo nuove colture e modalità di coltivazione, in questo caso a Finale, vicino ad Agugliaro. Qui la prima residenza di pregio della famiglia fu il Palazzo delle Trombe (inizio del sedicesimo secolo), situato al crocevia nella frazione di Finale (girare a sinistra all’ingresso di Villa Saraceno), così chiamato per i suoi scarichi dell’acqua piovana che hanno appunto forma di tromba.

La villa residenziale costruita da Palladio per Biagio Saraceno venne a integrare una corte agricola preesistente, ben più antica. Biagio (il cui ritratto si ritiene sia posto sopra la porta d’ingresso dalla loggia) incaricò Palladio della costruzione di una nuova residenza, da realizzare sull’asse principale della corte di proprietà della famiglia. La dimora supera in splendore gli altri edifici della proprietà e tuttavia non ne prende il posto, come pare fosse invece l’intento originario del progetto di Palladio, poi pubblicato nei suoi Quattro libri dell’architettura (1570).

Attraverso la Villa Saraceno e gli elementi che si sono conservati, abbiamo quindi la possibilità di ripercorrere l’evoluzione di una tipica villa-tenuta agricola veneta: le strutture medievali profondamente modificate quali la colombaia, del 1500 circa, la “casa vecchia”, del 1520 circa, e i granai, visibili sul lato orientale della corte (1500 circa con modificazioni successive); infine la barchessa, databile tra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo. Leggiamo nei Quattro libri che Palladio aveva previsto due barchesse e dei padiglioni simmetrici, a racchiudere sui due lati il corpo principale dalle proporzioni davvero splendide – padiglioni che tuttavia non furono mai costruiti. Piuttosto, come osservò O. Scamozzi nel 1778, il progetto consistette in varie aggiunte necessarie, con edifici sia preesistenti che successivi. La barchessa attuale, quindi, è l’ultimo di una serie di tentativi – dall’esito meno felice dell’intenzione originaria – messi in atto per realizzare, almeno in parte, l’elegante disegno palladiano.

La posizione dell’edificio è stata studiata attentamente: la facciata è rivolta grosso modo a sud, e l’edificio è allineato in modo tale che l’ingresso della loggia e la porta nord della sala incornicino la vista delle Dolomiti. Tale allineamento svolge anche un’altra funzione, ossia quella di catturare la brezza. Il corpo della villa è sollevato di cinque piedi vicentini per evitare le acque alluvionali. Il corpo padronale, ossia la residenza del proprietario, presentava un’elegante scalinata suddivisa in due rampe, per salire alla loggia rivolta a sud ed alla sala, e per discendere al giardino (il brolo) (le rampe  attualmente visibili sono frutto di successive sostituzioni e modifiche). Sui due lati vi erano due appartamenti di due stanze ciascuno. Di queste, una era più piccola, con il soffitto a volta – i camerini – e affacciava sulla corte; l’altra, più ampia  – la stanza maggiore e la cucina grande – era rivolta a nord e aveva il caminetto.  Le proporzioni delle stanze più grandi, così come edificate, corrispondono a quelle indicate nei Quattro libri: “le stanze maggiori sono lunghe un quadro e cinque ottavi, e alte quanto larghe”. Vi sono una cantina sotto la cucina grande e un’altra sotto il camerino est. Il granaio, posto al piano di sopra, è raggiungibile attraverso un’ingegnosa torre con scalinata all’interno della sala.

Il corpo della villa fu alterato significativamente nel corso dei secoli. Poco dopo la costruzione, alla fine del sedicesimo secolo, furono decorate ad affresco la volta della loggia, la sala, la stanza maggiore ed il camerino del lato ovest, probabilmente per il figlio di Biagio, Pietro. Negli affreschi della sala si è  individuata la raffigurazione di una tragedia di Pietro Aretino intitolata Orazia (1546) e, sulle basi di una lettera scritta nel 1552 dall’Aretino a Lucietta Saraceno, si è suggerito non soltanto che l’Aretino (eminente scrittore dell’epoca) abbia visitato Villa Saraceno, ma che l’Orazia possa essere stata scritta a Finale.

Nel 1604 l’erede dei Saraceno, Euriemma, sposò Scipione Caldogno e le migliorie apportate alla villa proseguirono. Le volte del camerino est furono abbattute nel 1659 da Lucietta Thiene Caldogno, quando fu inserito un piano mezzanino nell’appartamento est e aggiunta un’ala orientale; ciò andò a detrimento dell’armonica disposizione delle finestre pensata dal Palladio per le facciate nord e sud. Nel 1798 un grave incendio si propagò dalla barchessa fino al corpo padronale; di conseguenza, si dovettero ricostruire sia i tetti che le stanze del lato est, e in seguito anche la barchessa. Tale evento spiega l’asimmetria dei tetti della villa, ulteriormente danneggiati da un ammodernamento realizzato intorno al 1900. La villa e la relativa tenuta agricola rimasero di proprietà della famiglia Caldogno fino al 1838. Dalla fine del diciottesimo secolo in poi, Villa Saraceno fu utilizzata principalmente come casa colonica; ciò diede origine a ulteriori alterazioni, apportate per comodità d’uso, tra le quali la creazione di tramezzi per suddividere diversamente le stanze. Durante la seconda guerra mondiale fu data in affitto e verso la fine degli anni ’80 del Novecento era ormai vuota e in stato di grave degrado.

Nel 1989 la villa fu acquistata da Landmark Trust, un ente non-profit britannico istituito nel 1965 per recuperare edifici storici particolarmente significativi che versano in condizioni critiche. Una volta restaurati e resi disponibili per una vacanza self-catering, questi edifici diventano un luogo speciale, godibile e al contempo istruttivo per chi vi soggiorna – generando inoltre gli introiti destinati al loro mantenimento. Oggi Landmark Trust si occupa di quasi 200 edifici, sette dei quali in Italia.

La Loggia

È Biagio Saraceno in persona ad accogliere il visitatore dall’alto della porta d’ingresso. Ha appena ricevuto la corona palatina dalla dea posta sopra di lui e regge, con la mano sinistra, il bastone del comando. Indossa un elmo piumato e la corta tunica verde del condottiero dell’antichità. Al di sopra delle arcate interne della loggia si vedono le Vittorie alate, a monocromo ocra, che si radunano per glorificare il patrono suonando le trombe o reggendo le corone d’alloro.
Al centro della volta superiore, entro un’elaborata cornice ottagonale, la dea dell’Abbondanza si staglia su uno sfondo di cielo azzurro. In una mano tiene la corona di un cavaliere dell’impero e un ramoscello d’ulivo, simbolo di pace, che porge a Biagio. Il bastone alato con i due serpenti che regge nella mano sinistra simboleggia pace e prosperità economica (un simbolo associato anche a Mercurio, dio dei messaggeri e del commercio). Nelle due cornici laterali danzano due cherubini o putti alati.

Intorno all’ottagono è posta, in ciascuno dei quattro angoli, una figura femminile a monocromo (Flora): tutte insieme le quattro figure rappresentano i quattro stati della “Santa Agricoltura”. Da destra a sinistra si vedono: il Lavoro della terra (il giogo del bue); l’Irrigazione (la brocca inclinata); il Raccolto (un covone di canne o pannocchie di grano); infine, la Glorificazione della pace (una ghirlanda di ulivo).

Le quattro figure di Flora guardano a quattro scene di forma ovale, a monocromo nero, in cui sono personificate in un racconto la virtus romana, ossia le virtù del cittadino dell’antica Roma, ed anche – forse – le quattro virtù cardinali cristiane: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.

Da destra:
1. Camillo, nominato Dittatore dal Senato, dice a Brenno, capo dei Galli, la profetica frase: “Roma si difende con il ferro, non con l’oro”. 

2. Muzio si brucia la mano destra su una fiamma mentre dice al re Porsenna: “Eccoti, affinché tu capisca quanto i Romani disprezzino la vita”.

3. Marco Curzio, giovane cavaliere romano, si sacrifica lanciandosi nella voragine aperta nel Foro, per adempiere all’oracolo secondo il quale l’abisso avrebbe cessato di allargarsi soltanto gettandovi quanto di più prezioso Roma possedesse. Curzio aveva compreso che ciò significava la gioventù e i soldati della città. Il baratro, dopo il suo sacrificio, miracolosamente si richiuse.

4. Il soggetto della quarta scena è meno certo. Un guerriero romano tiene la spada puntata verso una persona seduta su un trono, che tenta, con la mano destra, di pacificare il soldato. Potrebbe essere rappresentato l’Errore di Muzio, che alla rabbia contrappone l’autocontrollo.

L’affresco sulle parete terminale ovest della loggia risale probabilmente al diciottesimo secolo. Un colonnato corinzio con un’alta trabeazione si staglia contro un cielo in cui vi sono alcune nuvole qua e là. Non rimane alcuna traccia, invece, della scena appaiata a questa che si trovava sulla parete est. Il ciclo di affreschi realizzato nella loggia è attribuito all’artista veronese Anselmo Canera (1522-1583). Il ciclo nella volta somiglia ad un altro visibile nella vicina Villa Pojana, risalente al 1550 circa, anch’essa un progetto palladiano.

Sala (salone d’ingresso principale)

Il ciclo di affreschi della sala raffigura la tragedia Orazia (1546) di Pietro Aretino (1492-1556), tra le figure letterarie italiane più brillanti verso la metà del sedicesimo secolo. Il ciclo inizia sopra la porta posteriore. Un uomo siede allo scrittoio, in una stanza nella quale si riconosce proprio la sala della villa. In base a una lettera che l’Aretino scrisse nel 1552 a Lucietta Chiericati Saraceno (cugina di Biagio, acquisita per matrimonio: aveva sposato Gasparo Saraceno, il proprietario della Villa delle Trombe), si 

suggerisce che sia rappresentato lo stesso Aretino, ritratto mentre scrive l’Orazia in una stanza che riconosciamo come la sala di Villa Saraceno. Attraverso una porta aperta, la storia ha inizio. Orazio ha vinto uno a uno i Curiazi e galoppa verso l’esercito romano, nei pressi di Roma, mentre l’esercito albano attende sull’altro lato. Di affresco in affresco, iniziando alla sinistra dell’ingresso dalla loggia e procedendo in senso antiorario, davanti ai nostri occhi si dispiega la tragedia di come Orazio uccise sua sorella Celia:

1. L’anziana nutrice porta la notizia che il marito di Celia, uno dei Curiazi, è stato ucciso da Orazio e le mostra, come prova, il collare dorato del marito.

2. In una strada di Roma (raffigurata però con palazzi rinascimentali), Celia lamenta la morte del marito con suo padre, Publio. Suo fratello Orazio, infuriato con la sorella per la sua slealtà, viene trattenuto dai suoi amici, sulla destra. Sulla sinistra Marco Valerio, un feziale romano, invoca la risposta di un alto magistrato.

3. Celia, di nuovo con la sua nutrice, viene portata dal padre dinanzi al magistrato, al cui fianco stanno alcuni ufficiali dell’esercito romano. (L’immagine n. 4 è stata descritta sopra).

5. Il popolo romano segue Celia e la nutrice mentre Orazio parla a Spurio, amico del padre. La prospettiva perfetta degli edifici e della folla converge nell’arco trionfale, su cui sono riportate le lettere S P Q R, motto dell’Impero Romano. 

6. Publio richiede la sentenza a uno dei duumviri, il quale siede su un trono tra littori che recano i fasci. Alla sua sinistra stanno Orazio, Celia e la nutrice.

7. Culmina la tragedia: Celia viene pugnalata dal fratello. La nutrice grida, coprendosi gli occhi. Proprio dietro alla vittima è collocato, simbolicamente, il negozio di un macellaio.

8. Il corpo sanguinante di Celia viene portato via, accompagnato dalla fedele nutrice, ora sconvolta. Sulla destra Orazio, il fratricida, chiude la scena esclamando: “Questa è la sorte di colei che osa piangere la morte dei nostri nemici”.

Il soffitto della sala, ornato a cassettoni e dipinto, è originale; i particolari raffinati della decorazione costituiscono un completamento ideale di questa stanza tardo-rinascimentale.

Stanza Maggiore (l’attuale salotto)

Il fregio di questa stanza è dedicato, pare, al mito della fondazione di Roma. Sui sei pannelli sono raffigurate scene tratte dall’Eneide di Virgilio, mentre accanto ai pannelli si scorgono delle immagini di uomini imprigionati (pareti est e ovest), di divinità femminili, di putti alati e festoni di frutti. Le sezioni sono collegate tra loro da quattro ovali angolari decorati a monocromo blu (ora indistinto).

Procedendo in senso antiorario dalla parete sud:

1. Il giudizio di Paride. Seduto su un masso, Paride porge ad Afrodite il premio per la bellezza, una mela d’oro, deludendo Era e Atena – scelta che porterà in seguito alla guerra di Troia.

2. La caverna in cui Didone ed Enea, sorpresi da un improvviso temporale, si amarono (Eneide, Libro IV). Sopra la caverna passano i cacciatori con i cani. Gli amanti si dirigono verso Cartagine, che si scorge in lontananza; Didone porta la corona regale.

3. Enea sbarca a Cartagine (Eneide, Libro I). L’eroe e i suoi tre compagni guardano giù, alle navi ancorate nel porto, mentre i soldati scendono una lunga scala.

Le altre tre scene sono di difficile decifrazione. La sesta potrebbe mostrare l’incontro tra i futuri eroi di Roma ed Enea, nei Campi Elisi (Eneide, Libro VI).
Al centro della parete est, entro una conchiglia, è raffigurato il busto di un giovane vestito da dignitario romano che potrebbe essere uno dei figli di Biagio (Leonardo o Pietro). Il fregio della stanza maggiore è attribuibile, secondo Verlato, a Giovanni Antonio Fasolo (1530-72), benché altri vi ravvisino lo stile di Battista Zelotti (1526-78). Anche nel camerino adiacente vi sono frammenti di decorazione.

Restauro

Disabitata per 15 anni

Nel 1989, quando Landmark intervenne, Villa Saraceno era disabitata e trascurata da una quindicina d’anni. All’interno del corpo della villa, le superfici risalenti al sedicesimo e diciassettesimo secolo erano deteriorate, mentre gli edifici della tenuta agricola erano prossimi al crollo. I primi interventi consisterono nel rinnovo di tutti i tetti e nella creazione di un cottage, esterno agli edifici della tenuta agricola e destinato al custode della villa. Nel frattempo, si esaminarono attentamente la struttura dei vari edifici e tutte le prove documentali. Ciò rese possibile il ripristino della disposizione originale del corpo padronale ideata dal Palladio; si poterono recuperare le eleganti proporzioni della sala e dell’appartamento ovest, ed anche diversi affreschi e soffitti, quasi completi, risalenti alla fine del sedicesimo secolo.

Prenoto ora

La conservazione di tali affreschi e l’attento ripristino degli intonaci esterni ed interni ha costituito una parte cospicua del lavoro realizzato. Per ridurre al minimo gli interventi sul progetto palladiano, la nuova cucina è stata collocata nell’attigua stanza ovest della barchessa; inoltre, la parte maggiore dell’attuale alloggio si trova all’interno della casa vecchia.

Il restauro principale è stato completato nel marzo 1994. Da allora, migliaia di visitatori hanno avuto l’occasione di vivere in una villa del Palladio soggiornandovi per una vacanza. Gli introiti generati contribuiscono a finanziare i costanti lavori di mantenimento e conservazione del sito. Le stanze principali sono aperte al pubblico e si possono visitare il mercoledì pomeriggio, dalle 14:00 alle 16:00, nel periodo che va dal 1° aprile al 31 ottobre.

Nel 1998 è stata riconosciuta l’importanza dell’opera di Palladio per il mondo: le ville che il celebre architetto realizzò in Veneto sono diventate, insieme alla città di Vicenza, un sito incluso nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.